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Tecniche di isolamento intercapedine nei muri perimetrali: le migliori soluzioni

By Digital Agency
Febbraio 17, 2022

Per comprendere cosa significhi isolare correttamente le intercapedini nei muri perimetrali è opportuno fare un passo indietro e partire prima di tutto dalle definizioni.

L’intercapedine – un termine che deriva dal latino “intercapedinis”, ossia interruzione – viene intesa in edilizia come quello spazio vuoto tra due elementi preesistenti, sia orizzontali che verticali. Nel primo caso, l’intercapedine si troverà a livello della copertura dell’edificio, mentre nel secondo farà riferimento alle pareti.

Esistono inoltre due diverse tipologie di intercapedine: essa potrà infatti essere chiusa, ossia uno spazio vuoto tra due muri/solai in cui l’aria ristagna e non si mescola con quella esterna, oppure ventilata, ovvero in contatto diretto con l’esterno e la cui aria si mescola quindi con quella dell’ambiente.

Per quanto riguarda invece l’intercapedine ventilata, che è prevalente negli edifici costruiti dopo gli anni Trenta e ancor di più in quelli realizzati tra gli anni Sessanta e Novanta, in assenza di materiale isolante la sua funzione è principalmente legata alla creazione di un ricircolo d’aria che riduca al minimo il rischio di formazione di umidità.

Intervenendo su di essa in modo puntuale, attraverso l’applicazione di un idoneo strato di materiale coibente, sarà possibile operare in modo tale che garantisca anche un migliore isolamento termoacustico degli ambienti interni.

Va comunque specificato che, per isolare pareti perimetrali in cui sia presente un’intercapedine ventilata, sarà possibile operare sia a livello dell’intercapedine stessa sia delle pareti.

Vediamo come.

 

Perché è importante isolare le intercapedini vuote nei muri perimetrali

La ragione principale per cui è importante intervenire isolando le intercapedini con cavedio nei muri perimetrali risiede principalmente nei moti convettivi che si generano tra le pareti. In pratica, quindi, vere e proprie correnti d’aria.

Tipicamente, questi moti si generano in uno spazio di spessore già di 5 o 6 centimetri ma che, in alcuni casi “estremi”, può raggiungere o addirittura superare addirittura i 30 centimetri: le dispersioni termiche saranno in questo caso garantite.

Le conseguenze sono facili da intuire: gli ambienti interni faticheranno a mantenere il calore durante i mesi invernali e opporsi all’ingresso dello stesso dall’esterno durante il periodo estivo, con conseguente dispendio energetico e spese di riscaldamento e raffrescamento davvero molto elevate.

Ambienti non correttamente isolati costringono, per forza di cose, a tenere il sistema di riscaldamento e quello di condizionamento più accesi del dovuto nel tentativo, spesso inutile, di ottenere e mantenere un microclima ideale. Inevitabilmente, la qualità dell’abitare verrà condizionata in modo negativo e il valore sul mercato dell’edificio diminuirà sensibilmente, specialmente in un momento storico come quello attuale, che considera l’efficienza energetica uno dei principali punti di forza di qualunque tipo di costruzione. 

L’obiettivo dell’isolamento delle intercapedini nei muri perimetrali è quindi eliminare la fonte di squilibrio termico, ossia il “vuoto” presente tra gli elementi costruttivi che costituiscono le pareti.

L’attenzione verso la coibentazione termica delle pareti perimetrali ha iniziato a diffondersi e farsi centrale soltanto in tempi relativamente recenti, specialmente nell’ottica di riqualificazione del patrimonio immobiliare italiano esistente – ricchissimo, ma troppo spesso inadeguato dal punto di vista prestazionale/energetico. Se consideriamo che, al momento attuale, circa la metà degli edifici singoli e dei palazzi costruiti tra gli anni Sessanta e Novanta è dotata di , diventa facile intuire quanto importante sia intervenire con le tecniche di isolamento più corrette.

 

Le tecniche di isolamento delle intercapedini perimetrali: l’insufflaggio

Una delle tecniche più note e utilizzate per coibentare le intercapedini dei muri perimetrali è l’insufflaggio, che consiste nel riempimento dello spazio vuoto tra le pareti con un materiale isolante deputato ad annullare i moti convettivi e a creare una barriera termica tra l’interno e l’esterno degli edifici.

Il principale vantaggio garantito dall’insufflaggio consiste nella capacità dell’isolante di “avvolgere” eventuali tubazioni e impianti presenti nell’intercapedine senza danneggiarli, e nella scarsa invasività dell’intervento – che peraltro non richiede opere di muratura. Un ulteriore benefit dell’insufflaggio risiede nella possibilità di operare, per la sua applicazione, sia dall’esterno che dall’interno dell’abitazione, di comune accordo con il committente e a seconda dei casi, ottenendo risultati praticamente analoghi.

Per la coibentazione delle intercapedini dei muri perimetrali tramite insufflaggio, Knauf Insulation mette a disposizione Supafil Cavity Wall 034, la lana minerale di vetro in formato fiocco priva di leganti e altamente sostenibile, perché prodotta con una percentuale fino al 90% di materiale riciclato.

Si tratta di un prodotto incombustibile (certificato in Euroclasse A1) che mantiene inalterato il proprio volume nel tempo grazie alla sua elevata stabilità dimensionale: tale caratteristica assicura performance termoacustiche ottimali e costanti durante l’intera vita dell’edificio.

L’insufflaggio di lana di vetro limita al massimo i disagi degli abitanti dell’immobile, perché la fase di messa in opera non necessita di alcuno sgombero. Oltre ad essere estremamente non invasiva, rapida e pulita, questa tecnica garantisce un eccellente rapporto qualità/prezzo. È dunque una soluzione ottimale nel caso di edifici esistenti le cui pareti esterne presentino una struttura con intercapedine priva di isolamento.

 

L’isolamento a cappotto delle pareti esterne

Tra gli interventi di isolamento dall’esterno, l’isolamento a cappotto è un’altra tra le soluzioni più apprezzate per la coibentazione delle pareti perimetrali. Tuttavia, è importante specificare che in questo caso non si opererà a livello dell’intercapedine, ma della superficie esterna della parete stessa.

Diversamente dall’insufflaggio, si procederà quindi all’applicazione sulla facciata esterna dell’edificio di un pannello in materiale isolante che verrà successivamente ricoperto da uno strato di rasatura, rinforzato con un’apposita armatura e completato da uno o più strati di finitura.

Questo tipo di intervento garantisce, se adeguatamente progettato e realizzato, la completa eliminazione dei ponti termici così come dei fenomeni di condensazione del vapore acqueo, migliorando al contempo l’isolamento termoacustico dell’edificio.  

Per ottenere questi risultati, nell’isolamento a cappotto occorre naturalmente poter far conto sull’utilizzo di materiali con ottime caratteristiche tecnico-prestazionali, e in grado di resistere egregiamente non soltanto all’usura del tempo ma anche a sollecitazioni meccaniche e all’azione degli agenti atmosferici, con un’idonea permeabilità al vapore.

Tra i materiali isolanti più utilizzati per questo tipo di applicazione, un ruolo primario è ricoperto dalle lane minerali, in particolare la lana di roccia.

Per questo tipo di applicazione, il prodotto di punta di Knauf Insulation è rappresentato dallo SmartWall S C1, il pannello rigido in lana minerale di roccia rivestito su un lato con un sottile strato di primer ai silicati di calcio, che assicura un eccellente isolamento termico sia invernale che estivo, unito alla massima sicurezza in caso di incendio (è infatti incombustibile in Euroclasse A1), oltre a un’elevata resistenza alla trazione. Il particolare rivestimento ai silicati di calcio rende il pannello subito pronto ad accogliere la rasatura armata, senza necessità di ulteriori lavorazioni, riducendo e semplificando notevolmente i tempi di posa del sistema a cappotto. In alternativa, è disponibile anche il pannello SmartWall FKD S Thermal, che presenta le medesime caratteristiche dal punto di vista tecnico-prestazionale ma è privo di rivestimenti.

Vale inoltre la pena menzionare SmartWall FKL, il pannello rigido in lana minerale di roccia lamellare senza rivestimento, ideale per la realizzazione di fasce tagliafuoco su sistemi a cappotto prodotti con materiali combustibili. Con questa soluzione sarà possibile limitare la propagazione di eventuali incendi in corrispondenza di punti critici della facciata, come ad esempio i solai interpiano, finestre e portefinestre, ma anche logge e balconi.

 

Isolare il perimetro esterno dell’edificio con la parete ventilata

Infine, sempre per quanto riguarda le tecniche di isolamento dei muri perimetrali dall’esterno è possibile intervenire con la realizzazione di una parete ventilata.

Si tratta di un’operazione che nuovamente non agisce direttamente sulle intercapedini esistenti dei muri perimetrali, ma che risulta comunque estremamente efficace per riqualificare gli edifici preesistenti costruiti con queste modalità.

La parete ventilata ha la caratteristica di garantire tutti i vantaggi della coibentazione a cappotto sommati a una ventilazione efficiente dell’involucro opaco verticale dell’edificio, grazie alla creazione di una “lama d’aria” che protegge dalla radiazione solare risultato dell’effetto camino che si genera a livello dell’intercapedine ogni volta che il calore assorbito dalla parete viene ceduto all’aria. In questo modo, l’edificio viene protetto dagli stress termici e l’eliminazione dell’umidità proveniente dall’interno risulta facilitata.

Per la facciata ventilata Knauf Insulation mette a disposizione diverse soluzioni, tra cui Cavitec 032 B, il pannello di lana minerale di vetro rivestito su un lato con velo vetro di colore nero. Prodotto con materie prime riciclate e forte dell’innovativa tecnologia Ecose®, questo pannello si rivela la soluzione ideale per tali interventi grazie al bassissimo valore di conducibilità termica e al rivestimento già abbinato al pannello. Oltre che “green”, il prodotto è anche incombustibile e certificato in Euroclasse A1.

In alternativa, un’altra soluzione a marchio Knauf Insulation per le facciate ventilate è il pannello in lana di roccia NaturBoard Silence B, anch’esso basato su ECOSE Technology®, innovativa tecnologia produttiva brevettata impiega un legante a base di materie prime naturali rapidamente rinnovabili, senza formaldeide aggiunta né coloranti artificiali. Oltre a garantire un eccellente isolamento termo-acustico, il pannello è inoltre, come sempre, un prodotto incombustibile e certificato in Euroclasse A1.

 

E se si volesse intervenire dall’interno sulle pareti perimetrali?

L’isolamento delle pareti perimetrali con intercapedine può avvenire non soltanto con interventi dall’esterno (cappotto o facciata ventilata) o tramite insufflaggio, ma anche intervenendo dall’interno tramite l’applicazione di contropareti isolanti costituite da sistemi che prevedono la posa di pannelli isolanti e lastre in gesso rivestito a finitura.

Sebbene questa soluzione sia decisamente più semplice ed economica rispetto all’applicazione di un sistema a cappotto o di una facciata ventilata, porta con sé una serie di limiti e di attenzioni, primo fra tutti quello di ridurre – sebbene non di molto – la superficie interna disponibile.

Inoltre, è una soluzione che molto spesso richiede una particolare attenzione per evitare il rischio di insorgenza di fenomeni di condensazione (superficiale e/o interstiziale) e che altrettanto spesso richiede quindi anche l’installazione di una barriera a vapore sul lato interno della controparete. Infine, muovendosi da pavimento a soffitto, l’isolamento dall’interno non riesce per ovvie ragioni a eliminare i ponti termici inevitabilmente presenti tra pareti e solette.

È quindi una soluzione consigliata principalmente per edifici in cui, per ragioni varie, non si possa intervenire dall’esterno.